
“Non possono essere le imprese agricole, attraverso gli aumenti del costo dell’acqua, a ripianare le perdite accumulate e ormai strutturali dell’Arif dopo una gestione che in questi anni ha visto la sottrazione di soldi pubblici destinati all’ammodernamento e innovazione delle infrastrutture irrigue”. Così il presidente della Copagri Puglia, Tommaso Battista, interviene sulla questione dei rincari per le tariffe dell’acqua a uso irriguo. “Gli aumenti – spiega il responsabile della confederazione che rappresenta circa 100 mila produttori agricoli pugliesi – sono stati sempre motivati dalla necessità di poter disporre di una rete funzionante e soprattutto efficiente: Copagri, prosegue Tommaso Battista, è consapevole del valore della risorsa idrica come bene collettivo, un bene di cui le imprese agricole hanno necessità ma di cui non possono accettare lo spreco. Alle imprese agricole si impongono investimenti che assicurano riduzioni del consumo dell’acqua del 20% ma questo – afferma ancora il Presidente di Copagri Puglia – rende moralmente inaccettabile qualsiasi spreco. I 2.500 km della rete irrigua dell’ARIF sono fondamentali per le attività delle aziende agricole pugliesi ma è irrinunciabile la loro efficienza, soprattutto ora in piena stagione. La politica – sostiene l’organizzazione di categoria – non si sottragga alle proprie responsabilità: l’irrigazione è un tema fondamentale per l’agricoltura, ne condiziona lo sviluppo e la redditività. Copagri ha già posto nei mesi scorsi la necessità di intervenire sulle reti, avanzando una proposta di modifica al PSR per quanto riguarda la misura 4.3 relativa all’infrastruttura irrigua. Ci auguriamo ci sia la volontà di cambiare passo. Crediamo – conclude Battista – che, se ci saranno adeguati investimenti nell’infrastruttura per riportarla a condizioni di efficienza e di razionalizzazione, Copagri non avrà posizioni pregiudiziali ai tavoli di confronto per la revisione delle tariffe ma, se permarranno gli attuali scenari, non potremo accettare che i costi fallimentari di gestione siano scaricati sugli agricoltori. I costi e le ragioni che li hanno determinati negli anni oggi sono chiari: tocca ora alla politica fare le proprie scelte”.
IL PRESIDENTE
Tommaso Battista