La Commissione europea in visita in Puglia nei giorni scorsi ha rilanciato il suo allarme per l’avanzare della Xylella, ribadendo la necessità di agire rapidamente nelle pratiche di eradicazione delle piante infette presenti nelle aree delimitate e di un’efficace lotta di contrasto al vettore.
Il presidente Tommaso Battista ed il direttore Alfonso Guerra di Copagri Puglia riaffermano che le ordinanze che i sindaci di alcuni comuni della provincia di Bari hanno adottato devono essere disposte su tutto il territorio regionale, compresa la zona indenne e, soprattutto, devono essere applicate.
E’ stato confermato che è fondamentale assicurare un’efficace lotta al vettore. Per questo la COPAGRI ha chiesto che si proceda a rendere obbligatorio il monitoraggio e il contrasto al vettore anche nelle zone indenni che devono essere protette dalla possibile diffusione dell’infezione e adottare le buone pratiche agricole: potatura, aratura e utilizzo di prodotti fitofarmaci ammessi dal ministero. Oggi leggiamo che il monitoraggio ha già individuato il vettore in fase adulta ma le normative attuali stabiliscono che i trattamenti insetticidi si concentrino tra maggio e giugno consentendo alla “sputacchina” oltre 2 settimane di libertà.
Il sistema olivicolo è ben organizzato in Organizzazioni Produttori e Cooperative che dispongono di una rete capillare di tecnici sul territorio in grado di essere operativi sia nel monitoraggio che nella lotta al vettore. I comuni possono beneficiare dei fondi FESR misura 6.2 che consentirebbe loro di avere le risorse necessarie per procedere con i controlli nei confronti dei proprietari che disattendono le ordinanze. Nell’area infetta del Salento è invece necessario creare le condizioni perché si riducano in modo significativo le fonti di infezione derivanti da piante spontanee o improduttive. Questo vuol dire bonificare e riqualificare i territori rurali sostituendo l’attuale vegetazione con varietà indenni, seminando erbacee in grado di consentire una facile gestione della lotta al vettore. Questo oggi è sempre più necessario per proteggere i nuovi uliveti, perché siamo consapevoli che si tratta di varietà resistenti ma non indenni e pertanto abbiamo il dovere di contenere al massimo le possibili fonti di infezione. Si tratta di costi che sia il PSR che il Decreto Centinaio consente di sostenere. A questi investimenti ambientali hanno possibilità di accedere anche i piccoli produttori che nel Salento rappresentano oltre l’80% dell’olivicoltura.